La Vaccheria
Il quartiere della Vaccheria ebbe origine nel 1773 per volontà di Ferdinando IV di Borbone, il quale decise di trasformare la collina di San Leucio in un luogo dedicato al suo svago e alla caccia, una passione che coltivava sin da quando era salito al trono nel 1750, succedendo al padre Carlo III. Per rendere l'area adatta alle sue esigenze, il re fece costruire una cinta muraria attorno al bosco e alla collina, creando una riserva faunistica destinata a ospitare diverse specie animali per favorire la caccia senza doversi spingere altrove. Contestualmente, ordinò l'edificazione di un casino di caccia, noto successivamente come "Casino Vecchio," inteso come punto principale di aggregazione della nascente comunità della Vaccheria. Questo edificio divenne un importante luogo di ritrovo per i reali durante le loro permanenze nella zona. Tuttavia, nel 1778 il Casino Vecchio venne abbandonato da Ferdinando IV e Maria Carolina in seguito al tragico evento della morte del loro primogenito Carlo Tito, deceduto proprio in quel palazzo. Parallelamente alla costruzione del Casino, venne eretto un edificio per ospitare un innovativo allevamento di bovini provenienti dalla Sardegna. Tale struttura, denominata "Vaccheria," non solo diede il nome al quartiere ma divenne la base per il primo nucleo della sua comunità. Dal 1776, la Vaccheria subì un'ulteriore trasformazione: i locali dismessi furono destinati alla manifattura di veli di seta, sotto la guida del maestro tessitore Francesco Brudetti, originario di Torino. Questo esperimento segnò l'introduzione delle prime attività produttive nel sito reale di San Leucio e contribuì all'ampliamento dell'insediamento. Col tempo, grazie all'intervento di altri maestri tessitori inviati dal re per perfezionare la produzione serica, San Leucio si trasformò da riserva per il piacere personale del sovrano in un interessante esperimento industriale. Le crescenti attività produttive fecero aumentare sensibilmente il numero di residenti nella Vaccheria. Tuttavia, la presenza religiosa nella zona risultava inadeguata: la piccola cappella ricavata negli spazi dell'Antico Casino non era più sufficiente per la popolazione in crescita, e l'altra cappella situata nel Casino del Belvedere, anch'essa adattata da un edificio preesistente, non risolveva il problema. Mancava un vero e proprio luogo di culto appositamente progettato. Consapevole della necessità di un adeguato edificio religioso, Ferdinando IV decise di finanziare personalmente la costruzione di una chiesa. Il progetto fu affidato all'architetto Francesco Collecini e localizzato nella piazza centrale del quartiere della Vaccheria. I lavori ebbero inizio nel 1803 e furono conclusi nel 1805. Dopo la morte del Collecini avvenuta nel 1804, all'età di 81 anni, la direzione passò a Giovanni Patturelli, che portò a termine la costruzione. La chiesa fu dedicata dal re stesso a Maria Santissima delle Grazie e rappresentò una significativa espressione del suo impegno personale. L'edificio si caratterizza per una sobria facciata neoclassica in tufo piperno a vista, affiancata da due campanili laterali. L'interno, a croce latina, segue lo stesso stile neoclassico e presenta un pavimento in marmo di pregio e tre altari dello stesso materiale. La chiesa non solo divenne il fulcro spirituale del quartiere ma rappresenta anche uno degli elementi architettonici più significativi del progetto utopistico che Ferdinando IV aveva immaginato per San Leucio. La chiesa venne inaugurata il 2 luglio 1805 con solenni celebrazioni che coinvolsero la comunità. Per enfatizzare l'importanza dell'evento, il Re decretò l'istituzione di una fiera annuale della durata di otto giorni e fornì dettagliate disposizioni riguardanti le pratiche liturgiche legate alla festività. Tra queste, vi era la tradizione di spostare l'immagine della Madonna dalla chiesa di San Ferdinando, dove rimaneva esposta per nove giorni, per portarla in processione verso la nuova chiesa. Successivamente, la devozione popolare si concentrò sulla statua lignea della Madonna, che divenne il fulcro del corteo religioso e un simbolo di fede condivisa.

Santuario di Santa Maria delle Grazie